All Around Noto: arte contemporanea e queer in Sicilia
Noto, città Barocca in Sicilia, si racconta non attraverso la sua storia ma attraverso i suoi artisti moderni e la loro arte nello Spazionoto. All Around Noto: l’arte contemporanea e queer in Sicilia raccontata attraverso alcuni artisti come Manuel Scrima e Markus Diyanto: un elogio alle opere atemporali
Noto si conferma una delle mete più ricercate per il mix intrigante di natura e cultura con un occhio di riguardo al mondo LGBT con iniziative di approfondimento come il Giacinto Festival. Sono diverse le mostre che partono con uno sguardo al territorio come Born in Italy – Travel and Joy, ambizioso progetto culturale, ideato da Federica Borghi e Alessia Montani, che vuole indagare sul dialogo ininterrotto tra le antiche tradizioni artistiche e artigianali e l’arte contemporanea in tutte le sue declinazioni espressive. Un percorso espositivo in tre differenti luoghi per restituire uno sguardo unico del territorio siciliano.
E proprio da Noto una galleria indipendente – lo Spazionoto (Via Rocco Pirri 32) di Paolo Perrelli - si occupa di promuovere artisti queer con eventi e progettualità che spaziano dall’arte contemporanea al design, passando per il food. La prima personale è dedicata a Markus Diyanto, artista nato a Jakarta nel 1973, che crea interessanti sovrapposizioni tra immagini di viaggi, riferimenti all’arte classica e alla moda, fino ai dettagli urbani. Un immaginario ricco di spunti per uno storytelling all’insegna della contaminazione culturale.
Poi dal 13 agosto saranno protagonisti allo Spazionoto le opere di Giuliano Cardella e Cori Amenta accompagnati dallo showcooking di Marco Assaggia. Racconta lo stesso Paolo Perrelli di Spazionoto: “La pluralità degli sguardi che tracciano i perimetri dell’arte queer, sono la vera ricchezza della narrazione in divenire, nella ricerca di nuove angolazioni possibili, per raccontare un universo che appartiene a tutti, perché sono proprio queste sfaccettature caleidoscopiche che danno ossigeno alla società intera. La scelta di rappresentare artisti queer è il “fil rouge “ che muove la mia ricerca, è l’occasione di parlare al vasto pubblico, in modo sincero senza gerarchie di opportunità, di calibro, di convenienza. La cultura queer sta mostrando il suo essere anche nella pop culture, nel rap come nel “fashion sistem”, basti pensare quello che ha fatto Lil NAS X nel mondo del rap nero, o la ricerca stilistica di Stefano Pilati con “Random Identities”. Anche Palazzolo Acreide, altra gioiello da scoprire non lontano da Noto, città barocca dalle origine greche, non è da meno e sta emergendo come meta da scoprire.
Tra le mostre da non perdere la bipersonale “Sebastian’s” di Corrado Levi e Manuel Scrima nello spazio San Sebastiano Contemporary (Via San Sebastiano, 30). Una mostra per rivedere differenti visioni del celebro santo e martire, una delle figure cristiane maggiormente rappresentate nella storia dell’arte: da Antonello da Messina ad Andrea Mantegna, dal Perugino a Guido Reni, innumerevoli sono gli artisti moderni, ma anche contemporanei – uno per tutti Damien Hirst – che celebrano questa controversa e suggestiva figura, imprescindibile dalla sua essenza terrena. Il corpo di San Sebastiano è al centro di Sebastian’s che per la grammatica inglese esprime il possesso (Di Sebastiano), per la sua sonorità fa pensare al plurale (Sebastians) e ci sembra di vederli tutti questi possibili Sebastiano a cui i due autori hanno dato vita nelle loro opere. Nel 2019 Levi ha realizzato un intero ciclo dedicato a San Sebastiano di cui le opere esposte in mostra fanno parte. In alcuni dipinti l’artista dà un suggerimento del corpo attraverso la costruzione con linee e segni in bilico tra raffigurazione e astrazione; in altri il corpo scompare alla vista ma l’idea di esso emerge con forza dai tagli, dai buchi, dai segni rossi e dalle lacerazioni inflitte al supporto; nella serie (inedita) dei disegni su carta e cartoncino ritroviamo la stessa ricerca ma con una maggiore profusione di rosso, il colore del sangue ma anche della passione, del dolore e dell’eccitazione. Scrima, invece, utilizza il mezzo fotografico e fa tesoro della capillare analisi del corpo nel suo passaggio da astrazione a figurazione. Alla raggiunta armonia, nei lavori presenti e concepiti appositamente per questa mostra, si mescolano elementi tratti dalle opere classiche e moderne, che sono a un tempo citazioni dei suoi maestri e presa di coscienza della contraddittoria natura umana, che è innegabilmente e inscindibilmente carnalità e spiritualità.