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Il Labirinto sotterraneo creato a Milano da Arnaldo Pomodoro riapre al pubblico

«Il mio ingresso nel labirinto è un invito nei meandri di un percorso, dove il tempo è trasformato in spazio e lo spazio a sua volta diventa tempo». Nascosto sotto la sede milanese di Fendi, il Labirinto di Arnaldo Pomodoro con i suoi 170 metri quadri torna visitabile da oggi. 

Arnaldo Pomodoro al lavoro sul bozzetto di Novecento, 2000 (Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro)
Arnaldo Pomodoro al lavoro sul bozzetto di Novecento, 2000 (Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro)

«Una riflessione su tutto il mio lavoro». Il 20 marzo 2025 riapre al pubblico il Labirinto di Arnaldo Pomodoro, ospitato in uno spazio sotterraneo presso la sede di Fendi, in via Solari a Milano

Quando ad Arnaldo Pomodoro venne commissionata Novecento, monumentale scultura in bronzo alta 21 metri che oggi svetta all'EUR, per celebrare l'arrivo del nuovo millennio, l'artista emiliano si trovò nella necessità di individuare uno spazio adeguato per realizzare l'altrettanto imponente bozzetto dell'opera. Fu così che s'innamorò a prima vista di uno degli spazi industriali nei pressi di Porta Genova, area che agli inizi del secolo scorso fu il cuore pulsante della crescita industriale di Milano. 

(Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro)

Le grandi navate in ferro e vetro sono diventate oggi uno degli hub più prestigiosi della moda, ospitando le sedi operative delle più rinomate maison italiane. E gli spazi che a cavallo degli anni Duemila furono occupati dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro sono attualmente sede milanese della maison Fendi. Un luogo che custodisce nelle sue profondità sotterranee un'eredità straordinaria: un'opera d'arte ipogea, concepita come una sorta di testamento artistico da Arnaldo Pomodoro, artista emiliano che il prossimo 28 giugno compirà 99 anni. Dimenticato a lungo, recentemente riscoperto e nuovamente visitabile dal 20 marzo 2025, il Labirinto di Pomodoro si sviluppa per 170 metri quadri. Ispirato dalla lettura dell'Epopea di Gilgamesh - primo poema epico nella storia dell'umanità, datato al 2000 a.C. - è un'opera che sovverte la tradizionale immagine romantica del labirinto, priva di visioni verdeggianti e immersa invece nell'oscurità più profonda. Questa sorta di mitreo contemporaneo offre al visitatore un'esperienza immersiva che, avvolta dal mistero, riesce ad annullare la percezione dello spazio e del tempo. 

(Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro)

Un senso di smarrimento iniziale cede il passo a una calda sensazione materna in questo grembo artistico che è stato assemblato dal maestro in più momenti. «Il mio Ingresso nel labirinto -  titolo originale dell'opera - è una riflessione su tutto il mio lavoro», spiega Arnaldo Pomodoro, «il gesto di riappropriazione e di recupero di un'attività artistica che ha attraversato i decenni della mia vita e ne costituisce una sorta di sintesi». Il maestro ha infatti incluso in quest'opera immersiva varie opere precedenti - il nucleo originale dell'opera viene presentato alla Galleria Gio Marconi di Milano nel 1995 in occasione della mostra La Culla di Babilonia - come la tomba "putativa" di Cagliostro realizzata negli anni Ottanta per un'esposizione al Castello di San Leo e successivamente riadattata per essere collocata nell'ultima stanza del Labirinto milanese. 

(Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro)

Un'opera dunque in continua evoluzione, resa omogenea dalle migliaia di segni che ricoprono ogni superficie del Labirinto, caratterizzata da tracce antiche ispirate alla scrittura cuneiforme con cui fu composta l'Epopea di Gilgamesh. Opera che non ci è pervenuta da una singola fonte, ma da tante tavolette disperse qua e là nel vicino Oriente, rinvenute dagli archeologi a partire da fine '800. 

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(Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro)

Come visitare il Labirinto di Arnaldo Pomodoro a Milano

Il Labirinto riapre al pubblico dal 20 marzo 2025 su prenotazione al sito fondazionearnaldopomodoro.it, con visite guidate della durata di circa 45 minuti

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