Game Theory: l'arte di Mimosa Echard
Secondo Mimosa Echard il video game è molto di più di un esercizio; è una sfida al pubblico perché consideri la propria relazione con il mondo naturale.
Il lavoro dell’artista Mimosa Echard è ancorato al mondo vivente e organico. Mette in gioco, letteralmente, attraverso la sua visione le tematiche legate ai misteri della memoria e delle nostre interazioni con l’ambiente. Echard è anche la vincitrice del Prix Marcel Duchamp di quest’anno e “Sporal”, la sua mostra al Palais de Tokyo, ha avuto un impatto importante. Al centro della mostra c’era il video game di un gioco di ruolo, creato in collaborazione con lo sviluppatore Andréa Sardin e l’artista australiano Aodhan Madden, un’opera ispirata tanto ai fumetti quanto alla biologia. Nel gioco c’è un protagonista unicellulare che si fa strada attraverso un mosaico di universi, mutandosi in differenti forme di vita attraverso uno scambio di fluidi con altre specie. Il pubblico viene avviluppato nell’universo psichedelico di Echard, dove il genere e la sessualità esistono in nuove forme in perpetua evoluzione.
Il gioco è basato sulla ricerca di Mimosa Echard sui mixomiceti, che aveva iniziato nel 2019 durante una residenza a Villa Kujoyama a Kyoto. Gli organismi unicellulari, noti come funghi mucillaginosi, non sono piante e nemmeno animali. Non sono neanche un fungo, sebbene a volte gli somiglino. «I mixomiceti mi appaiono robusti, misteriosi e in forme di vita differenti la cui familiarità, sia con il passato e sia con il futuro, consente loro di riflettere la decomposizione delle nostre strutture sociali, così come il degrado dell’ambiente», dice Echard. «Ci consentono anche di sognare, in una confusa forma melmosa, le forme assunte dalla tecnologia». Il chimico Antoine Lavoisier diceva: «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma». La dimensione sensuale e seducente di “Sporal” stabilisce un dialogo tra la vita umana e non umana - il video game è molto più di un esercizio: è una sfida al pubblico perché consideri la propria relazione con il mondo naturale e non prenda l’ambiente come un bene immutabile. Più di tutto è chiaro che le nostre azioni hanno un significato. E la reale sensazione di avere uno scopo ci potrebbe mostrare una via d’uscita.