Hommes

L'universo estetico e funzionale di Letasca

In conversazione con Edoardo Giaroli, designer di Letasca
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In conversazione con Edoardo Giaroli, fondatore e designer di Letasca, brand milanese che si propone di unire estetica e funzionalità e che ha presentato  durante la settimana della moda di Milano la sua collezione Spring Summer 2021, caratterizzata da un'estetica fluida e contemporanea, ispirata all'abbigliamento militare, ma che spazia anche tra blazer e pantaloni semi-formali. Il gilet è il capo centrale di tutta la collezione e simbolo del DNA di Letasca

Com'è nata Letasca? Qual è il concept principale che vi ha ispirati?
Noi siamo partiti con un monoprodotto quattro anni fa che è un gilet con dieci tasche. Il claim di questo prodotto era quello di essere un'alternativa all'accessorio per l'uomo: permette di rinunciare a borse e zaini, indossando gli essentials quotidiani e muovendosi liberamente. Abbiamo chiamato questo concept "carry and wear" e ha ricevuto un riscontro molto positivo durante il primo lancio in occasione di Pitti, sia dalla stampa sia dai buyer e successivamente dal pubblico. Così abbiamo deciso di declinarlo prima sul capospalla, poi gradualmente l'offerta si è estesa al total look, sempre con l'idea di coniugare funzionalità e ricerca estetica che guarda i trend ma non si fa influenzare troppo. Il nostro prodotto può essere attuale adesso, come fra qualche anno.

Da dove arriva la voglia di sperimentare questa nuova idea di abbigliamento "carry and wear"?
Io ho una formazione da Archietto e non ho mai avuto una passione spiccata per la moda, ma ho molta passione per l'approccio progettuale a un bene di consumo come quello che può essere un capo di abbigliamento. Letasca è nato da un'esigienza: volevo creare un capo che mi peremttesse di andare in moto e in bici in città, senza per forza avere una borsa. Successivamente ho deciso di farlo diventare un lavoro, mantenendo il mio background: il team creativo è fatto di architetti e graphic designer. Abbiamo un approccio creativo che risente della nostra formazione e che si riflette anche sulle nostre collezioni che sono rigorose nella cura dei dettagli, delle proporzioni e delle proporzioni, come nella progettualità architettonica. 

Come definireste il vostro posizionamento? Letasca si propone come un brand streetwear o di abbigliamento tecnico?
Ci definiscono "luxury streetwear". Penso che Letasca sia stata coraggiosa sia nella creazione della propria estetica sia nell'idea di creare un prodotto che duraturo si riflette anche sulla scelta dei materiali con un'impostazione tecnica, ma senza rappresentare un'alternativa all'abbigliamento sportivo. La nostra ispirazione principale sono i capi militari, che più di tutti riflettono il concetto di praticità. La nostra collezione estiva è strutturata in pacchetti prodotto, in una logica di aggregazione per rispondere più facilmente alle esigienze dei singoli mercati. Ci rivolgiamo principalmente all'estero, in particolare al mercato  Coreano e asiatico, ma attecchiamo anche sul mercato nordeuropeo. In generale tutti i pacchietti prodotto sono coerenti fra loro e seguono lo stesso fil rouge.

Parlando di materiali, la vostra scelta va incontro anche a esigienze di sostenibilità?
Sulla scelta dei materiali abbiamo sempre lavorato sia sull'aspetto estetico del tessuto, spesso facciamo delle lavorazioni sul nylon affinchè i capi siano più cangainti, sia guardiamo le caratteristiche tecniche. I nostri pezzi sono progettati per un viaggiatore urbano, per chi è sempre in movimento. Sul tema sostenibilità, invece, abbiamo una parte di collezione fatta da tessuti certificati dal punto di vista della filiera prodotto e dei fornitori. Al momento guardiamo alla sostenibilità concentrandoci sul ciclo di vita del prodotto, pensiamo che i nostri capi siano fatti per durare nel tempo rispetto ad altri che magari sono prettamente "on trend" e che poi fra qualche stagione nessuno indosserà più. Stiamo lavorando su alcuni progetti e capsule che sposano la sostenibilità a 360°.

Com'è stato lavorare quest'anno durante il confinamento sociale?
Quest'anno per un po' di tempo abbiamo provato a impostare un'offerta che fosse un'evoluzione. Siamo un brand ancora piccolo, ogni stagione viviamo una crescita e la nostra offerta si amplia per esplorare nuove categorie prodotto, cosa che volevamo fare anche su questa collezione estiva. La nostra stagione forte è l'invernale e questa stagione sarebbe potuta essere più completa e in parte l'abbiamo realizzata: abbiamo aggiunto nuovi prodotti ma di sicuro in condizioni normali  avremmo potuto sperimentare di più. Dal punto di vista creativo abbiamo lavorato molto sui nostri carry over: lavorare per affermare i nostri capi cult, che sono stati reinterpretati con colori diversi e attraverso nuovi storytelling. 

La vostra è una moda prettamente maschile o proponete un guardaroba genderless?
Per come disegnamo e progettiamo i capi, è una moda prettamente maschile. Anche se è evidente che alcuni capi sono perfetti per il guardaroba femminile. Sicuramente arriverà un momento di creare anche delle capsule di womenswear. Per ora abbiamo lavorato sul proporre alcune linee con l'apertura a taglie piccole. Il nostro pubblico è molto giovane e le ragazze vestono spesso i capi over di Letasca. 

 

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