Fashion

PAL.CO: il nuovo brand di cappelli Made in Italy

Minimalista, senza tempo e di qualità. PAL.CO è il nuovo brand di cappelli italiano da tenere sott’occhio, ne parliamo con la fondatrice Concetta Palmisano e la co-founder Chiara De Seta.

Concetta Palmisano e Chiara De Seta, founder e co-founder di PAL.CO (Courtesy of the brand)
Concetta Palmisano e Chiara De Seta, founder e co-founder di PAL.CO (Courtesy of the brand)

PAL.CO nasce dall’idea della designer Concetta Palmisano durante la pandemia per poi concretizzarsi da circa un anno con l’aiuto di Chiara De Seta, amica di Concetta e co-founder del brand. La collezione 001/23 propone sei diversi modelli di cappelli che hanno fatto la storia del cinema e della moda, con una particolare attenzione alla sostenibilità, all’artigianalità e alla funzionalità. Concetta, founder del brand, sin da piccola ha visto da vicino i processi per la realizzazione dei cappelli grazie all’azienda di famiglia, una realtà che da trent’anni produce cappelli anche per famosi brand di lusso. Chiara, con un passato nel mondo del design, vede nel cappello il lato funzionale.

Scorri per scoprire l’intervista a Concetta e Chiara

Cappello PAL.CO (Courtesy of the brand)
Cappello PAL.CO (Courtesy of the brand)
Cappello PAL.CO (Courtesy of the brand)

L’OFFICIEL ITALIA: Come nasce il brand? Quando avete deciso di realizzare cappelli?
Concetta Palmisano: Il nome del brand nasce dal mio nome e cognome, Concetta Palmisano. Questo è un progetto che avevo pensato parecchi anni fa; i cappelli vengono realizzati a mano nella mia azienda di famiglia che li produce da oltre trent’anni a Signa, comune nella provincia di Firenze. Inoltre nella lingua italiana palco ha un significato evocativo: uno dei messaggi che vogliamo lanciare con PAL.CO è sicuramente quello di individuare le varie personalità di ogni persona e come un palco fare in modo che ogni cappello possa essere interpretato e indossato da ognuno come meglio crede, purché in maniera autentica. Conoscere già il settore mi ha permesso di capire quali sono i punti di vantaggio del realizzare un cappello, entrare nello specifico e capire cosa manca sul mercato, quali i punti di forza e gli errori da evitare. Qui entra in gioco Chiara - conosciuta circa tre anni fa - con una visione sull’aspetto funzionale e insieme riusciamo ad unire l’artigianalità del Made in Italy e moda con il design e la funzionalità, valore che spesso viene a mancare nell’ambito moda.

Forma di acciaio per cappello PAL.CO (Courtesy of the brand)
Cappelli PAL.CO (Courtesy of the brand)
PAL.CO. Prima foto: forme di acciaio per cappelli. Seconda foto: cappelli PAL.CO (Courtesy of the brand)

LOI: Quali sono le vostre ispirazioni e muse? Cosa rappresenta per voi il cappello?
CP: Entrambe abbiamo delle muse ma nello specifico nessuno in particolare. Sicuramente ci sono dei rimandi alla mia famiglia, ho sempre visto indossare cappelli dalla mia mamma e dalla mia zia. Un’ispirazione importante è sicuramente Armani. In termini di funzionalità anche lui ha rivoluzionato il concetto del cappello, condividiamo anche i valori come qualità e timeless. Con Chiara però abbiamo cercato di evitare di restare troppo legati alla cultura famigliare o alla cultura italiana in generale. Il nostro obiettivo è quello di espanderci verso l’estero guardando la contemporaneità del cappello come accessorio. 

Chiara De Seta: Non vogliamo farne solo una questione di stile o moda ma vogliamo permettere di indossare il cappello con un valore oggettivo di funzionalità e che poi possa dare un valore aggiunto, rafforzando la tua personalità.Vogliamo rendere il Made in Italy contemporaneo e dargli una nuova connotazione, sottolineando il concetto dell’artigianalità, della qualità delle materie prime e dei processi. Il design non ha confini territoriali: il design è ampio e deriva dalla funzionalità, dal perché si fanno determinate scelte. Il cappello PAL.CO è trattato per essere performante in determinate condizioni atmosferiche perché il cappello come accessorio nasce per proteggere dal vento o dal sole, nel caso dell’estivo.

LOI: Come scegliete i nomi dei cappelli?
CP: I nomi dei cappelli sono già esistenti, sono scritti con dei pennarelli neri sulle forme in acciaio e sono lì da trent’anni. Non abbiamo voluto snaturare questo aspetto.

CDS: La nostra prima collezione è un omaggio specifico a questo prodotto, presente nella moda e nel cinema da anni. Il cowboy, il Fedora o l’America sono esistenti dalla fine dell’800, parliamo di modelli che hanno fatto la storia. Come prima missione di questo progetto abbiamo voluto citare quello che è il valore storico per poi aprirci con le future collezioni che andremo a presentare con design più contemporanei e inediti. I modelli della collezione 001/23 sono modelli esistenti a cui abbiamo dato un valore aggiunto con la scelta della materia prima, abbiamo lavorato per sottrazione, non abbiamo voluto aggiungere nulla che non fosse effettivamente funzionale all’accessorio. 

LOI: Su quale celebrity vorreste vedere i vostri cappelli?
CP: A me piacerebbe vederlo su Maria Carla Boscono o Kate Moss, per me sono icone sia a livello di stile che a livello di personalità, non solo per cosa e come indossano i capi.

CDS: A me piacerebbe vederlo indossato da artisti, persone che possano apprezzare il valore funzionale di questo prodotto, non perché è di tendenza. Mi viene in mente il chitarrista John Mayer, che utilizza i cappelli quotidianamente, probabilmente anche per tradizione come accade in alcune zone dell’America.  Ricordo una foto di lui che aveva un cappello artigianale, probabilmente preso in un laboratorio, pulitissimo dove emergeva la forza del materiale e della grammatura. Vorrei che PAL.CO venisse indossato da persone che comprano un cappello per l’utilizzo effettivo del cappello, perché serve e non perché ha una particolarità di stile, in contesti che vadano anche aldilà della moda. Me lo vedo sulla testa di persone che ne apprezzano la funzionalità, qualcuno che lavora in un ranch e bada agli animali o deve gestire la fattoria, quindi il cappello serve per proteggersi perché nevica o piove.

Cappello PAL.CO modello Zorro (Courtesy of the brand)
Cappello PAL.CO modello Zorro (Courtesy of the brand)
Cappello PAL.CO modello Zorro (Courtesy of the brand)

LOI: Qual è il target del brand? Chi indossa PAL.CO?
CP: PAL.CO nasce per tutti, non ha sesso e non ha età. 

CDS: Lo abbiamo sperimentato facendo questa mini campagna in giro per Milano dove abbiamo fatto indossare il cappello a persone diversissime tra di loro, vestite in maniera completamente diverse eppure lo stesso cappello dava quel valore aggiunto ad ognuno di loro, a prescindere da che stile hai, da che linguaggio hai e cosa vuoi comunicare.

LOI: Dove sono venduti?
CP: Abbiamo scelto di utilizzare il metodo “just in time”: il cappello va in produzione soltanto nel momento in cui abbiamo ricevuto l’ordine. Questo per una questione di attenzione alla sostenibilità ed evitare gli sprechi. Ci impegniamo con i nostri clienti in termini di assistenza qualora il cappello dovesse subire un cambiamento a livello di forma dopo anni, siamo disponibili a rimodellarlo, fare piccoli interventi che riescono a far continuare la vita del cappello.

LOI: Qual è il messaggio che volete comunicare?
CP: Il nostro messaggio è che il cappello è esattamente come ogni altro capo di abbigliamento: così come prendi la giacca o la sciarpa prima di uscire, allo stesso modo bisogna pensare il cappello. Possiamo dire che il cappello ha un potere trasformativo o se per esempio vogliamo nasconderci, esattamente come gli occhiali. 

Cappello PAL.CO (Courtesy of the brand)
Cappello PAL.CO (Courtesy of the brand)
Cappello PAL.CO (Courtesy of the brand)

LOI: Avete lanciato da poco la prima collezione, potete anticiparci qualcosa sulla prossima?
CP: La prossima collezione prevede meno modelli, questo perché abbiamo un’idea di produzione molto ottimizzata: non vogliamo uscire necessariamente quattro volte all’anno con quattro collezioni come succede nella moda, piuttosto vogliamo presentare quando abbiamo il modello che ci fa dire “questo vale la pena di farlo uscire fuori”, non ci vogliamo pre-imporre una scadenza. Altrimenti il prodotto si andrebbe a collocare in un periodo in cui quel tipo di cappello è di tendenza ma poi finisce per essere dimenticato.

CDS: Vogliamo uscire da quelli che sono gli schemi di oggi nella moda, c’è troppo consumismo e questo va in controtendenza ai nostri valori e a quelli di PAL.CO. Sicuramente stiamo lavorando ad una capsule molto interessante. Si pone ancora nell’invernale perché avrà dei materiali abbastanza caldi che rimanderà al concetto di protezione dal freddo. Nel nostro processo c’è sempre la ricerca costante di materiali che possono conferire al prodotto un valore in più, renderlo al massimo rispetto a quello che deve essere la sua funzione. La qualità della materia prima è un aspetto del quale sicuramente non faremo mai a meno. 

LOI: Nel futuro sono in programma collaborazioni?
CP: Ci piacerebbe fare collaborazioni. Ci stiamo pensando ma non siamo disposti a scendere a compromessi, a snaturare i nostri valori. Sarà quindi qualcosa che avverrà in futuro, abbiamo bisogno di trovare qualcuno che possa allinearsi con noi in termini di stile e soprattutto funzionalità e valori.

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