Lotta Volkova, simbolo della new generation
Dopo aver indossato un religioso (ma cortissimo) abito e cuissardes da contadina post-moderna, Lotta Volkova supera i cliché degli occhiali rettangolari da segretaria. Ancora una volta capire la moda è difficile. Lotta parla poco, raramente sorride, un pò come il suo alter ego, Demna Gvasalia. La sicurezza che circonda la stilista russa non rappresenta altro che una strategia di marketing ben pensata? In un momento in cui tutto viene scoperto, deve nascondersi dietro il mistero per essere cool? Lotta Volkova non è sempre stata così. E 'cresciuta nella ex URSS, Vladivostok, lungo il Mar del Giappone. La madre, appassionata di arte e moda, le trasmette il suo gusto per il ben vestire. Quando il muro di Berlino è crollato nel 1989, poi il comunismo sovietico, nel 1991, la bambina conosce l'anti-conformismo. Per lei, come per molti, la moda è un manifesto. A 17 anni, lascia la sua città natale per la Central Saint Martins di Londra dove studiare l'arte, la moda, la fotografia ... e passa notti insonni al Kashpoint, un rinomato night club londinese. Ogni notte Lotta inventa personaggi: punk, gothici, disco.
Già nei primi anni 2000, la stilista trova quella che in seguito è diventato il suo concept: lo stereotipo o l'anti-stereotipo. Debutta con t-shirt personalizzate, jeans con borchie e pelle per poi lanciare il proprio marchio unisex, Lotta Skeletrix. Il risultato si rassume in una frase: Parigi, vince nel 2007, per un capriccio. Qui incontra Gosha Rubchinskiy e, soprattutto, Demna Gvasalia al fianco delle quali crea Vetements. Arriva una figura: viso paffuto, caschetto nero corvino e la sua riconoscibile andatura La stilista è l'unica del team a sfilare, la falla in un sistema chiuso in cui solo il capo è il re. Non glamour, non amichevole, la russa è diventata più richiesta di Gigi Hadid. Quando crea, è solo per i suoi amici: Demna Gosha e, naturalmente, per Sander Lak, il direttore artistico di Sies Marjan. A Parigi, la sua scorta è un mix di modelli-DJ o DJ-modelli - come Paul Hameline, Jamie Bochert, Walter Pearce e Adrian Hurtado, il famoso punk rosso e verde della passata sfilata Vetements. Questi cativi ragazzi non hanno paura di niente, rifiutano il preppy e amano il trash, poche parole alla stampa, ma vivono sui social network. Sono la nuova moda. Alcuni lo chiamano cattivo gusto, altri genio. Al futuro il compito di decidere.