#TalkingWith Alessandra Bertuzzi di La Perla
La Perla festeggia 65 anni, lo storico brand di lingerie celebra l’importante anniversario con una capsule speciale e con tantissime idee nuove senza però dimenticare il passato.
Il brand sinonimo di lusso, alta qualità, artigianalità e italianità, che da anni rende ancor più belle le donne di tutto il mondo e le fa sentire veramente speciali si racconta attraverso le parole di Alessandra Bertuzzi, creative director di La Perla.
65 anni di La Perla: storia della lingerie ma anche del mondo della moda.
Qual è stato il momento più importante?
Di momenti ce ne sono stati molti, sicuramente l’inizio della storia dipende dall’avvento dei materiali stretch, perché la nostra lingerie è diventata oltre che bella anche confortevole. Siamo stati uno dei primi brand a unire lato estetico e pratico.
Altro evento molto rilevante è stato il colore: la Perla si fa riconoscere anche perché propone differenti tonalità, non è solo nera o nude. Il colore è un nostro segno distintivo, ha nuance sue.
L’arrivo dello Sculpture è stato un fenomeno mondiale: noi abbiamo fatto un reggiseno molto confortevole ed essenziale che allo stesso tempo faceva sentir belle le donne che lo indossavano: vestiva d’incanto.
Le immagini fotografiche sono sempre state fondamentali per raccontare il brand: abbiamo avuto grandi fotografi e donne bellissime, spesso a inizio carriera come accadde per Grace Jones o Karolina Kurkova.
Anche pezzi come il body sotto giacca han segnato il momento in cui si poteva iniziare a rivelare l’intimo.
Quanto il vostro heritage vi influenza oggi?
Credo che il passato sia un piccolo tesoro da continuare a consultare.
Le nostre lavorazioni restano artigianali anche se si evolvono.
3 parole per definire la perla:
Unicità perché è un brand che non ha rivali.
Made in Italy: noi siamo un’azienda italiana che produce e lavora sul territorio.
Evoluzione, è vero abbiamo un heritage forte che dobbiamo conservare ma allo stesso tempo dobbiamo migliorarci costantemente.
L’intimo diventa sempre più un pezzo d’abbigliamento, in questo momento va di moda, secondo lei come si può indossare un capo La Perla?
Il reggiseno lo si può portare e farlo intravedere da camicie di pizzo, le gonne sottoveste diventano gonne vero e proprie, il bustier può essere messo con pantaloni eleganti come sotto giacca.
I nostri capi sono sexy ma mai volgari e devono essere abbinati e portati in modo che si vedano ma allo stesso tempo non si vedano.
L’artigianalità è fondamentale, per la Perla è DNA, come la si può difendere?
Purtroppo i tempi si evolvono, le cose accelerano non c’è più la pazienza o la possibilità di aspettare le ore che i lavori artigianali richiedono. Noi però dobbiamo rimanere artigiani della lingerie. All’interno di La Perla c’è una sorta di scuola, le sarte storiche insegnano alle giovani, tramandano il lavoro.
Ci sono le tecnologie ma c’è ancora tanto di artigianale, è una haute lingerie.
Facciamo un lavoro antico di grande pregio.
La perla veste le donne, cosa ne pensa delle ragazze di oggi?
Sono toste, consapevoli di cosa vuol dire essere donna, molto indaffarate mentalmente, impegnate in mille fronti. Le donne hanno la grande capacità di fare mille cose ma mantenere la propria personalità.
Cosa ne pensa della moda di oggi?
E’ una pentola dove c’è tutto e il contrario di tutto, spesso è un ritorno costante. C’è molta meno qualità sia di ricerca di idee che di tessuti. E’ quasi impossibile trovare una cosa bella ma di sapore ed elegante: è merce rara, spesso c’è solo l’effetto wow.
Adesso va molto di moda fare le capsule, chi sceglierebbe La Perla?
Valentino, il mio brand preferito, ma anche Gucci, collaborazione, che non ti aspetteresti.
Il futuro?
Il futuro è positivo. C’è una grande volontà ed entusiasmo di fare le cose per bene. Vogliamo diventare un brand inclusivo, a tutto tondo.