A oggi, sembra che ci sia un vero e proprio esercito della moda pronto a combattere le pellicce. Se fino a poco tempo fa la capofila era Stella McCartney, a lei, nel tempo, si sono aggiunte tantissime griffe del lusso. Gucci, forse, è il stato il caso che ha fatto più parlare di sé: il ceo Marco Bizzarri, a margine di un convegno sulla sostenibilità del sistema moda, ha annunciato che a partire dalla collezione Primavera Estate 2018 il marchio delle doppia G non includerà più pellicce di animali, diventando così portavoce del cruelty free e aderendo alla Fur Free Alliance. E a Gucci, poi, si è aggiunta Donatella Versace: "Pelliccia? Basta. Non voglio più uccidere animali per fare moda. Non mi sembra giusto”, così diceva solo qualche tempo fa al The Economist. Senza dimenticare, poi, che anche John Galliano, mente creativa di Maison Margiela, dopo una chiacchierata con Dan Matthews, vice-presidente di Peta, ha deciso di dire basta all'uccisione degli animali per confezionare capi di lusso, sì, ma a che prezzo. Una tendenza che si sta imponendo sempre di più, e per fortuna: non viviamo più nell'Ottocento e, per essere pratici, oggi abbiamo tecnologie avanzatissime che ci permettono di proteggerci dal freddo senza ricorrere al pelo degli animali.
Basti pensare che i marchi cruelty free sono già tantissimi, a partire da quelli sopracitati fino a Giorgio Armani, ma anche il fast fashion gioca un ruolo importante: a dire no alla pelliccia naturale, rimpiazzandola con quella ecologica, ci sono Yoox, Zara, Zalando, ma anche Asos, H&M e Mr Porter. Ma la moda è umorale, cambia, muta: siamo così sicuri che questa non sia l'ennesima tendenza passeggera? A vedere il comportamento dei consumatori di oggi e le politiche adottate all'estero, viene da dire che no, il cruelty free è destinato a durare. E se i millennials, target amatissimo da tutti i brand, rifiutano l'acquisto di prodotti che non siano attenti all'ambiente e alla salute degli animali, la Norvegia ha messo al bando gli allevamenti di animali da pelliccia: il divieto sarà definitivo entro il 2025 in seguito alla progressiva chiusura dei più di 200 allevamenti, a oggi, in funzione. Succede, poi, che grazie a una mozione di Katy Tang le pellicce, in quel di San Francisco, saranno letteralmente vietate: l'ordinanza entrerà in vigore nel 2019. Pensando quanto gli USA e i Paesi nordici, su molti aspetti, siano molto più avanti di noi, viene da dire che il futuro della moda cruelty free sia da leggere in ciò che accade all'estero: una consapevolezza maggiore, un'attenzione crescente e, finalmente, non più solo parole ma atti concreti che fanno pensare a tutto, tranne che questa possa essere solo una tendenza di stagione.