Borsa di paglia, la storia di un mito (a partire da Jane Birkin)
Una borsa, un mito. La borsa di paglia è l'accessorio sempre presente nelle estati di ogni donna, anno dopo anno. Se la sua orgine è la più pratica che ci sia, ovvero quella di essere un contenitore per la spesa, la sua rivalsa come oggetto di culto la si deve, soprattutto, a una delle dive che più hanno segnato il secolo scorso: Jane Birkin. L'attice francese, così affascinante, così carismatica, tra un Je t'aime sussurrato e un giro in bicicletta, tra gli anni '60 e '70 era solita indossare questo accessorio nelle giornate più calde. Ma, attenzione, perché la vera svolta nella storia della borsa di paglia fu che non si limitava a usarla per andare in spiaggia o durante una passeggiata sul lungomare, faceva molto di più: la metteva anche per andare in città, vagando tra i vicoli di quella Parigi che l'ha amata, l'ama e l'amerà sempre.
Uno stile, quello della Birkin, tanto semplice e scanzonato quanto impeccabile: da donna francese autentica, i suoi capelli erano sempre perfettamente spettinati (lo sono tutt'ora) e spesso, i suoi look di gioventù, si riducevano nell'abbinamento di una t-shirt e di un paio di jeans. E se d'inverno la borsa era la Birkin, creata appositamente per lei da Hermès, d'estate era proprio la borsa di paglia: all'interno, tutto il mondo magico di quest'artista straordinaria. Ma se è vero che la moda passa e lo stile resta, nel corso degli anni il susseguirsi delle tendenze ha portato nuove versioni di questo oggetto di culto: dalla borsa in rafia a quella in juta, spesso arricchite da decori folk come i pon pon o le nappine colorate. Accessorio carissimo alle generazioni di donne passate, nel 2018 è più di moda che mai: non è difficile vederla al braccio di Alexa Chung e Anne Hathaway, ma anche di Lily Aldridge. Un esempio lampante di quanto l'eleganza non sia da trovare in abbarbicate sovrastrutture, ma nella forza della semplicità.