Interviste

#TalkingWith Alma Jodrowsky

Figlia e nipote d'arte, Alma Jodrowsky ha respirato creatività da sempre. Attrice e cantautrice, si è cimentata anche come regista. Appassionata di moda, è una musa speciale di Chanel by Virginie Viard
apparel clothing human person

La creatività le scorre nel sangue perché Alma Jodorowsky, nipote del celebre e poliedrico regista fran-co-cileno Alejandro Jodorowsky e figlia di attori, è cresciuta a Parigi respirando aria di cinema e teatro. A guidarla nei suoi 28 anni di vita, trascorsi alternando la carriera di attrice, modella e cantautrice, un insegnamento speciale di suo padre Boris e di sua madre Valérie (Crouzet, nda). «Dai miei genitori ho imparato una cosa fondamentale: inseguire i sogni».

Sei la protagonista del nuovo film di Stephan Streker, "L'Ennemi", al fianco di Jèrèmie Rènier. Cos ati ha sedotta di questo progetto?
È un film su un uomo politico che ha una storia d'amore appassionata appassionata con una giornalista, che interpreto, e che è accusato di omicidio. Mi è piaciuto molto l'ultimo film di Stephan, "A Wedding", e ho trovato interessante il ruolo: una donna con molta personalità sfuggente, con molte sfacettature diverse, che alimenta il mistero della trama. Mi ha permesso di esplorare i lati diversi della mia recitazione. In particolare, interpretare qualcuno più grande di me: un ruolo da vera donna. E sono stata molto felice di incontrare Jérémie Rénier, che non conoscevo... Lavorare con lui è stato davvero arricchente.

In questo momento sei impegnata anche nella nuova serie di Netflix "The Serpent", in cui reciti al finaco di Tahar Rahim e Jenna Coleman...
Le riprese non sono ancora finite a causa della pandemia di Covid-19, e non mi è permesso parlarne. Ma è la storia del famoso serial killer Charles Sobhraj, avvenuta a Bangkok. Io interpreto una delle vittime degli ultimi due episodi. Ho dovuto fare un provino a Londra, è un progetto che è in produzione da molto tempo, è una grande macchina che ha richiesto tempo per essere messa in scena. Mi è piaciuta molto questa esperienza cosmopolita: gran parte della squadra è venuta da Bangkok, alcuni dei registi sono inglesi e belgi, gli attori sono inglesi, francesi, thailandesi... È incredibile incontrare persone di diversa provenienza.

A cosa stavi lavorando prima del lockdown della scorsa primavera?
Stavo per tornare a Bangkok per «Il serpente» Ero letteralmente all' aeroporto quando il team di produzione ha chiamato per dire che era stato tutto cancellato. E poi mi stavo preparando per il mio prossimo film, che sarà girato in Sardegna, il primo lungometraggio della regista polacca Agnieszka Woszczynska, ma ovviamente anche questo è stato rinviato.

La quarantena ha messo in discussione qualcosa per te a casa?
Ero in una routine molto attiva, avevo molti progetti in corso davvero importanti per me, ed è stato difficile fermarsi così all'improvviso. Stare da sola non è stato strano, però... Sono abbastanza brava nelle lunghe fasi di solitudine, quindi non mi sono mai preoccupata.

Di recente ti sei messa dietro la macchina da preso per i video musicali delle cantanti francesi Clara Luciani e Corine. È un altro lato di questa industria creativa che vorresti esplorare?
Sì, ho fatto il video musicale di "Sainte Victorie" per Clara Luciani e di "Corine" per Corine. Ho appena realizzato un breve documentario sperimentale sulla fotografa Laure Tiberghien e sul suo lavoro. Vorrei proseguire in questa direzione, sto lavorando anche ad altri progetti, ma sono ancora segreti.

Sei stata scelta per essere una delle ambassador della nuova Chanel targata Virginie Viard. Qual è la tua visione dello stile Chanel?
È una storia di contrasti: il comfort e l'eleganza, il maschile e il femminile. Sono abiti che permettono di essere dinamici, la femminilità è anche muoversi sentendosi a proprio agio. Un capo può renderci più forti, riflette il modo in cui vogliamo presentarci al mondo, e credo che questo sia il messaggio che emerge dallo spirito di Chanel.

Come percepisci la visione di Virginie Viard. Qual è la tua visione dello stile Chanel?
È una storia di contrasti: il comfort e l'eleganza, il maschile e il femminile. Sono abiti che permettono di essere dinamici, la femminilità è anche muoversi sentendosi a proprio agio. Un capo può renderci più forti, riflette il modo in cui vogliamo presentarci al mondo, e credo che questo sia il messaggio che emerge dallo spirito di Chanel.

Come percepisci la visione di Virginie per questa storica maison?
Quello che mi piace è il modo in cui fornisce un'interpretazione moderna e contemporanea dei codici di Chanel. È lo stesso percorso estetico che porta avanti con il suo look personale: ha un'attitude rock'n'roll, le piace mescolare il maschile con il femminile. Con carattere.

Il tuo ultimo progetto con Chanel è stato il video legato alla collezione Paris - 31 rue Cambon Métiers d'art. Cosa ti ha colpito di questa avventura?
Ho sempre trovato le collezioni dei Métiers d'art le più affascinanti fin dall'inizio del mio rapporto con Chanel. Ho visitato gli atelier del Métiers d'art più volte e questa esperienza mi ha regalato una visione totalmente nuova degli artigiani. Guardare i dettagli, rendersi conto del numero di ore passate sui vestiti e dei diversi tipi di lavorazione su un pezzo è emozionante. Gli abiti sono come gioielli, rappresentano ore e ore di lavoro minuzioso. È meraviglioso poi vedere questo prezioso savoir-faire in movimento sulla passerella. Mi hanno particolarmente colpito i ricami di Lesage. Il lavoro al telaio è come un rituale, richiede molta pazienza e meticolosità. C'è quasi un aspetto religioso nel suo ritmo. Con l'isolamento, ho iniziato a ricamare. ho realizzato un'immagine ispirata al film "Wings of Desire" di Wim Wenders, con fantastici animali medievali...

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Chanel giacca e gonna in tweed impreziosito da bijoux e perle
Abito lungo di jersey impreziosito da bottoni, bijoux e perle

Movie frames Guillaume Delaperrière
Hair stylist Sam McKnight
Make up artist Lucia Pica @Chanel
Makeup Jenny Longworth @CLM 

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