Le migliori Tapas di Milano
Se state pensando di organizzare un aperitivo o una cena informale con amici, un locale che offra delle tapas può essere la scelta migliore. Il format nasce negli affollati bar spagnoli, dove i clienti sorseggiano calici di vino consumando piccole porzioni di antipasti freddi o caldi, esposti sui banconi per facilitare il servizio veloce e fai da te. A Milano, questo concetto di cucina viene interpretato in modo unico da molti ristoranti, con l’obiettivo comune di portare la condivisione a tavola, attraverso contaminazioni fusion o format all’italiana caratterizzati da mezze porzioni. Ecco qui alcuni dei nostri locali preferiti per gustare delle tapas molto particolari:
Non tutti lo sanno, ma in Giappone è molto frequente incontrarsi dopo il lavoro negli Izakaya, locali dove ordinare piatti da posizionare al centro del tavolo per essere divisi tra tutti i commensali. Da lì nasce l’ispirazione di Tokyo Table, dove è possibile consumare il pasto su un lungo tavolo che favorisce la socializzazione, oppure seduti al bancone mentre si osserva la preparazione degli otsumami. Si tratta di monoporzioni a base di carne, pesce o verdure, create per richiamare le suggestioni della cucina giapponese, ma con contaminazioni italiane come per esempio l’Edamame Shiraae, una crema di fagioli di soia misti a stracciatella, oppure la Tomino tempura con sale e lime. Il temaki, classico cono di alga ripieno di riso e pesce, qui viene servito scomposto, all’interno di un vassoio che contiene ingredienti come tonno, salmone e branzino. Tra i dessert non poteva mancare il tè verde matcha, abbinato a un tortino al cioccolato dal cuore fondente.
Location dal design vintage, una welcome room con poltroncine in velluto, comodi divani e tavolini bassi, sono la cornice perfetta per le tapa proposte da Apollo Club. Qui l’influenza spagnola si sente eccome, dato che i proprietari Tiberio Carcano e Marcellina di Chio sono assidui frequentatori dei festival musicali iberici e hanno deciso di portare qui alcuni piatti sotto forma di assaggi da accompagnare ai cocktail in orario aperitivo. Lo chef Italo-Brasiliano Bruno Cossio impiega materie prime di qualità per le piccole porzioni del menu, esaltandone la freschezza attraverso preparazioni semplici. La carta stagionale conta 15 differenti portate, ma è possibile optare anche per una degustazione di tre tapa. Il consiglio è quello di iniziare con pane e burro fatti in casa con acciughe del cantabrico, proseguire con i rigatoni caciocavallo e pepe del Madagascar, per poi concedersi i nigiri alla milanese. Il tutto accompagnato da cocktail come il Vanilla spritz, preparato come una volta utilizzando Aperitivo Select, prosecco e soda di vaniglia.
Format divertente e inusuale quello di Gesto, dove il segno distintivo sono delle piccole lavagnette usate per annotare le ordinazioni che poi diventano la base di ogni portata, quasi come fossero una naturale evoluzione degli ormai onnipresenti piatti rettangolari in ardesia.
Il fattore estetico qui è fondamentale e trasforma ogni proposta del menu in un’opera d’arte in miniatura, come il ramen vegano servito in una ciotola monoporzione, il mini-burger di manzo con sottilissime chips e l’imperdibile sushi taco con salsa piccante da aggiungere attraverso un contagocce. La presentazione del cibo è pensata per facilitare gli assaggi e la condivisione, con porzioni ideali anche per un aperitivo. Nota di merito per l’attenzione alla sostenibilità, evidente nell’utilizzo di forchette, stecchini e packaging in materiali ecocompatibili. Dopo aver provato le proposte vegane, di carne o pesce, l’ideale è concludere il pasto con le mini-bombe da farcire sul momento grazie a delle sac à poche ripiene di crema.
Da Dinette non si definiscono tapas, ma mezze porzioni. Cambia il nome ma non il concetto, perché qui l’ambientazione ricorda le case di ringhiera e gli assaggi delle cucine dei vicini. L’atmosfera è quella delle trattorie di una volta, dove la condivisione del cibo era usanza comune e un mezzo per provare piatti diversi evitando inutili sprechi di cibo. La piccola sala alla sera si illumina di una luce calda e diffusa, mentre il camino ricorda l’ambiente domestico, così come le proposte stagionali del menu. Le “mezze del ballatoio”, sono infatti ispirate ai piatti tipici di diverse località italiane, rivisitate con tocchi contemporanei e accompagnate da focaccia calda fatta in casa. Si passa dalla bagna cauda alla piemontese con cime di rapa e gambero saltato, al baccalà mantecato con chips di polenta tipico del Veneto, per poi scendere in Toscana con i pici all’aglione. A terminare i dessert classici come il tiramisù, le torte e le crostate che profumano di casa.