Gli abiti canvas di Roksanda
Una passerella grafica color mandarino, a ricordare l’installazione di Christo e Jeanne-Claude del 2016 The Floating Piers sul Lago d'Iseo, mentre lo sfondo dietro alle modelle era il tetto della Serpentine Gallery. La collezione è partita con tocchi soft, con tute e in tonalità pastello, realizzate in cotone sartoriale leggero e completi giacca e pantalone con giacche interne staccabili e dettagli fusciacca. Fino a che è il colore a prendere il sopravvento. Lunghi abiti fluidi in jersey plissettato con mantella incorporata, maxi camicia da lavoro sempre rosa, albicocca sbiadita, rosso fuoco anche per le sciarpe in seta in toni pop attorno al collo. Fino a che fanno capolino silhouette vittoriane e fine 20° secolo con abiti stampati, i cui motivi stampati si rifanno alle opere dell'artista Mary Weatherford. Gonne e spalle in tessuto croccante, macchie di colore su plissè sovraverniciato o cotone rosso caldo. La tecnica pittorica di Mary è quella dello spugnato, i colori nelle sue tele si spostano con casualità da un bordo all’altro del dipinto. E il colore stesso varia in modo significativo: blues offuscati, gialli attenuati e rossi carnevaleschi; tonalità minerali, che evocano ardesia o acciaio; rosa che suggerisce frutti o fiori; e molti neri diversi, che ricordano le piume lucenti di alcuni uccelli, proprio come notiamo sulla parte più sera dello show, dove ci sono solo abiti di media o maxi lunghezza. L’apparente seriosità di queste divise d’eleganza a stampo artistica è miticata dall’abbinamento con felpe monocromatiche oversize, giacche-camicie squadrate, trench da tutti i giorni. Arte da indossare, 24/7, senza rigidità.