La vacanza boho di Lanvin
La piscina Paileron, costruita negli anni 30 dall'architetto Lucine Pollet. Una vasc- gigante di 33 metri e te piani di cabine e piccoli spogliatoi. Sotto una cupola da cui filtrano caldi raggi solari di un'estate parigina che si preannuncia rovente. Qui Bruno Sialelli racconta la sua estate firmata Lanvin. Un'estate indolente e raffinata, elegantemente in viaggio. Recuperando elementi di madame Jeanne Lanvin, ma unendoli ad acuti di modernità avanguardista, in versione homme e femme. «Ho cercato di parlare a un consumatore più giovane del passato, scegliendo un racconto di leisurewear un po' funny e spensierato», ha spiegato il designer nel backstage dello show. Citando i 70s come punto di riferimento: «Quegli anni in cui a disegnare il ready to wear del marchio era Patrick Lavoix... Ecco ho cercato di regalare alla collezione il vibe un po' bohemian di quegli anni». E poi l'arte («Certi riferimenti a Cocteau e alla sua idea di questi ragazzi sportivi e con un'alta dose di erotismo»). Ad accompagnare la collezione un portafortuna, una sirena che diventa decoro ma anche monile prezioso. «Mi sono ispirato alla stanza da bagno di madame Lanvin dove comparivano dei rubinetti a forma di sirena... Mi sono lasciato affascinare da tutto il lavoro incredibile fatto dalla designer in tandem con l'architetto e arredatore Armand Albert Rateau che ha curato tutte le sue case». In realtà lo spirito di madame Lanvin aleggia su tutta la collezione. Instancabile viaggiatrice, aveva uno spirito nomade che l'aveva portata a scoprire, e a lasciarsi ispirare, da Toledo e da Venezia, dalle Isole Borromee e dall'Egitto. «Mi piaceva l'idea di punteggiare la collezione di memorie, di souvenir che raccontassero momenti ed esperienze differenti», ha aggiunto Sialelli. Che ha portato la sua crew in un viaggio immaginario tra Capri e Taormina, con tappe nelle Baleari, a Mykonos e a Goa. Immaginando un catamarano bourgeois dove potrebbero trascorrere le loro giornate Bianca Jagger e Lee Radzwill o Marella Agnelli. Con uno stuolo di artisti, in un cenacolo di creatività follemente stravagante. Che per lui prevede maglie da marinaretto e maglieria effetto spugna, cotoni dipinti a mano con scene marine e coat da pescatore, fantasie di bandiere navali e sete dai print effetto maiolica, caftani dai colori accesi e feluche da pirata gentile. Per lei, la stagione è fatta da piccoli spolverini bordati di catene e tailleur aerei, di fluttuanti abiti in seta e di tuniche dalle rigature importanti, di maglieria dalle trecce nordiche e di cotoni chiusi da ganci da barca, di camicioni dai bouquet rigogliosi e di robe dalle proporzioni over, ricoperti da una colata di paillette acquatiche. Su tutto aleggia uno spirito naïf e fanciullesco, delicatamente boho. «Sto lavorando alla definizione di un nuovo linguaggio estivo per Lanvin», ha poi aggiunto il designer, alla sua seconda stagione per la griffe. Un'estate, che come recita il titolo della collezione, sarà calda. E pronta a ridare un'anima alla storica maison francese.