INSTAGRART #9: MARTA BLUE
Una bellezza tanto meravigliosa quanto precaria, un’innocenza sul viale della corruzione, sensuale eppure ancora senza peccato. Parla di assoluto, Marta Blue, le cui foto sono veicolo straordinario, quasi filosofico, dell’insondabile. Qui si superano colori, ironia, giochi concettuali e divertissement per andare più in là, al senso del nostro essere al mondo. La solitudine silenziosa e disperata, il rapporto con la natura, il vuoto che riempiamo troppo poco, il sogno rivelatore e la strenua ricerca di perfezione.
Ne esce un mondo nordico e onirico, dove le ombre non sono meno importanti della luce e le donne volteggiano fragili ed eteree come sospese tra realtà e sogno, vita e morte, quali moderne Ofelie di Millais. Marta Luccisano fa filosofia e non lo sa, perché non si limita a “fare foto belle”, ma ci pone direttamente di fronte al senso fragile della bellezza. E lo sa fare con gusto e maestria, mossa da una spinta che nasce da dentro e viene da lontano, come nei migliori talenti. Ed è solo l’inizio.
CHI È @MARTA_BLUE
COME TI DEFINISCI?
Come una persona creativa e molto curiosa
COSA AMI?
Il silenzio, i cristalli, gli animali, il velluto
CHI O COSA TI ISPIRA?
Il cinema, Lars von Trier e Terrence Malick in modo particolare, e la natura
PER COSA VORRESTI ESSERE RICORDATA?
Per la capacità di esprimere le mie paure attraverso le immagini
QUAL È IL TUO PROFILO INSTAGRAM PREFERITO?
Sono due: Brooke DiDonato e Petra Collins
E LA COLONNA SONORA DEI TUOI LAVORI?
Attualmente è Aventine di Agnes Obel