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INSTAGRART #6: Gaia Stella

Non chiamatela (solo) illustratrice per bambini. Da Bologna a Lisbona, Gaia Stella è tra le artiste più contese dall’editoria italiana. E Rodari, sicuro, l’avrebbe voluta tutta per sé.
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Un abaco, un abbecedario, un albo illustrato. E poi il rosso, il giallo e il blu, che composti si stagliano nel bianco, come fossero sempre stati lì. Triangoli, cerchi e rettangoli ballano una danza della gioia in cui tutto è esattamente dove deve essere e il foglio diventa regno di una metafisica a colori in cui ogni forma prende posto, quello giusto. Primaria in ogni cosa, dall’oggetto al colore, Gaia Stella disegna l’allegria. E ad uscirne è un mondo che non conosce ombre né nuvole né sa cosa siano lo smog, il caos, l’oscurità. Munari e Rodari – di cui non a caso ha realizzato una cover – l’avrebbero voluta tutta per sé, anche se già molto contesa: da Salani a Feltrinelli, passando per Mondadori, Vogue Bambini, La Nuova Frontiera e Topipittori, non c’è casa editrice che non le abbia fatto la corte (non ultimo il quotidiano La Stampa, per cui ha illustrato uno speciale sulla canzone di protesta in Italia). Del resto non andarle dietro, perlomeno su Instagram, non è cosa possibile.

 

 

 

CHI È GAIA STELLA?

 

- COME TI DEFINISCI?

Sono un’illustratrice.

- COSA AMI?

Le giornate calde torride, chi non si prende troppo sul serio e gli edifici con gli spigoli acutissimi.

- CHI O COSA TI ISPIRA?

Un’architettura di Mies Van De Rohe, una sedia progettata da Gio Ponti, le foto di Renè Maltete, le illustrazioni di Vladimir Lebedev, un racconto di Gianni Rodari, le confezioni di prodotti alimentari asiatici, una puntata di Beverly Hills 90210.

- PER COSA VORRESTI ESSERE RICORDATA?

Per essere riuscita a trasmettere uno sguardo autentico attraverso i miei lavori.

- QUAL È IL TUO PROFILO INSTAGRAM PREFERITO?

@sigridcalon e @sosbrutalism

- E LA COLONNA SONORA DELLE TUE ILLUSTRAZIONI?

I Wonder Why dei Dion & The Belmonts

 

 

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